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Comes in mostra al Quirinale


Con la semplice profondità del suo tratto, Gianni Comes ha lasciato un segno incancellabile sulla tela della Storia dell’Arte Contemporanea. A partire dal prossimo mese, infatti, alcune delle sue opere saranno esposte al Quirinale insieme ai grandi nomi dell’olimpo artistico italiano del Novecento.
Giacomo Balla, Tommaso Marinetti, Giorgio De Chirico e Renato Guttuso sono solo alcuni degli autori delle opere che la grande mostra “Ruritalia.It – Agricoltura e Lavoro nell’Arte del Novecento” ha riunito fra le mura del Complesso dei Dioscuri al Quirinale a partire dal prossimo 4 giugno.
Patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Direzione Generale per i Beni Librari, dagli Istituti Culturali e il Diritto d’Autore e in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale, “Ruritalia.It – Agricoltura e Lavoro nell’Arte del Novecento” intende porsi come momento di riflessione sullo stretto rapporto fra arte contemporanea e mondo del lavoro. Un singolare binomio declinato nelle sue molteplici varianti tematiche, nell’evoluzione di quella che potremmo accostare e sovrapporre alla storia dell’Italia d’oggi, qui letta tramite dipinti, disegni, sculture, grafiche, fotografie e installazioni.
Contro il concetto dell’arte come assoluta irrealtà si era già mosso l’Abbagnano. Il filosofo, a giustificazione della stretta connessione fra ogni forma d’espressione artistica e il mondo reale, poneva la profonda e vasta risonanza umana e sociale che l’Arte possiede, una chiave di volta capace di suscitare “in ogni animo fremiti, commozioni e tumulti di affetti contrastanti”.
A pieno titolo, l’operato dell’artista pugliese Gianni Comes rientra in questo orizzonte grazie alla sua più che trentennale produzione artistica, tra le cui righe rintracciamo dipinti, sculture e componimenti poetici che partono, attraversano e giungono proprio da quel mare e da quella terra protagonisti indiscussi del suo Lavoro e della sua Vita.La carriera espositiva di Comes prende il via nei primi anni ’80 con la partecipazione a numerose collettive regionali, un cammino d’arte e successi che negli anni gli ha fatto annoverare numerose presenze anche al di fuori dei confini nazionali.
Davanti alle sue opere torna forte l’eco delle parole di Oscar Wilde: “Non è il soggetto che viene rivelato dal pittore, è il pittore che, sulla tela dipinta, rivela sé stesso”. Come il Plasson di Alessandro Baricco, il pittore di Oceano Mare, anche il nostro Comes dipinge il suo mare con gli stessi strumenti con cui l’affronta e lo vive. Tele d’imbarcazioni, nafta, smalti e vernici industriali danno così forma e colore al suo fine sentire. Riflessivo, maturo ma contemporaneamente sperimentale, l’operato di Comes ha sempre come risultato finale un forte impatto visivo ed espressivo: su superfici di volta in volta differenti, il suo pennello sembra solo poggiarsi per lasciare una nota di colore viva e inalterata, come nella mente dell’artista. Il tutto secondo i dettami dell’Arte, con il chiaro intento di “penetrare nell’io altrui per consentirgli di partecipare al proprio” in un particolare scambio di emozioni e colori con chi, affascinato, prende parte al suo mondo.
Sotto l’egida di Claudio Crescentini e Agostino Bagnato - che hanno curato la mostra - troveranno così posto in “Ruritalia” le molteplici declinazioni dell’arte contemporanea nazionale: futurismo, arte neo-figurativa, post-espressionismo, le neo-avanguardie degli anni Sessanta-Ottanta e le ultime produzioni di quella che è definita “generazione liquida”, con opere grafiche, fotografie, installazioni, performance e light-box.
Comes sarà presente alla mostra con due tele:Il faro e L’onda, protagonisti reali della Vita e del Lavoro dell’artista.
Nella prima delle due opere che verranno presentate al Quirinale, un fine dinamismo cromatico delinea e travalica la figura di un faro, da sempre simbolo di luce e via maestra verso la tranquillità di ogni nostro porto, reale o intimistico che sia.
Nella seconda opera - l’onda - come l’uomo libero di baudelairiana memoria, Comes si rispecchia nel suo mare, “contempla così la sua anima nello svolgersi infinito dell’onda, poiché il suo spirito (quello dell’artista) non è meno amaro e profondo”.
“I lunghi silenzi e la concreta materialità di un duro lavoro non sono lontani dalle più alte e metafisiche vette dell’arte – dichiara Comes – un lavoro può allontanarti dal reale anche per permetterti di avere una migliore visione d’insieme della vita in cui si e t’inserisce. Grazie alla poesia, all’arte ed a ogni forma d’espressione umana, qualsiasi riflessione può, al pari di ogni azione, prender forma e colore e valicare il mutismo in cui cadiamo a causa della quotidianità. Ogni gesto così assume un profondo valore simbolico, erigendosi a spunto di riflessione sul nostro (in)quieto vivere”.

Pasquale Raimondo

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