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Il Maggiore Palumbo risponde a Striscia la Notizia


Sono le 21:00 di ieri sera, sono per strada con le mie due figlie di 11 anni, sono tornato da poco dal Comando di P.M. (dopo la solita giornata lavorativa che per me inizia la mattina presto e termina in serata – ma solo fisicamente - perché poi sono reperibile h 24), quando mi raggiunge la prima telefonata di un collega Comandante di P.M. che mi informa di un “infamante” filmato (per la ns. categoria di lavoratori) trasmesso poco prima durante la trasmissione satirica “Striscia la notizia”, che rappresenta una “Monopoli – terra di nessuno” quanto a rispetto delle regole del c.d.s.Non faccio in tempo a riattaccare, che mi giungono decine di sms e telefonate da Operatori del Corpo e colleghi di altre città viciniore, che esprimono rammarico per l’ennesimo attacco (questa volta indiretto!) agli organi di polizia stradale che quotidianamente operano con abnegazione e senso del dovere sul territorio. Il mio viso si rabbuiava, e una delle mie due figlie, notando lo sgomento mi chiede “Brutte notizie, pà?”; annuisco e appena a casa rivedo il filmato di 3’:34’’ sul sito satirico di “striscia…” e constato con meraviglia l’ennesimo “malcelato” attacco dei media a Noi operatori della strada, truccato da messaggio di “educazione stradale”, e invito al rispetto delle regole.Ho rivisto oggi con serenità lo spot di Fabio e Mingo e constato che le immagini girate, dopo continui “focus” sui cartelli indicanti il centro abitato “Monopoli - città turistica”, riprendono veicoli i cui conducenti circolano senza cintura di sicurezza, facendo uso di radiotelefono, o senza indossare il casco sui ciclo/motoveicoli; concludendo, si rimanda un messaggio sicuramente fuorviante (per quella che è invero la realtà cittadina) su un “presunto” mancato controllo degli organi di polizia stradale presenti sul territorio.Stamani poi, presso il mio Ufficio, giungono continue telefonate da parte di altri colleghi e cittadini monopolitani “disgustati” per la falsità generica delle immagini trasmesse sui canali “mediaset”, che sollecitano una ferma risposta all’ insulto indirettamente subito anche dal cittadino monopolitano.Ho riguardato i nostri numeri, riferiti alle violazioni accertate nell’abitato di Monopoli, dove quotidianamente, invece operiamo, unitamente ai colleghi dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della G. di F. e del C. Forestale, con posti di controllo traffico (“Qualcuno” ci aveva persino sottolineato di essere diventati oppressivi con i controlli su strada nell’ultimo anno) e ho verificato che:

Nel 2008 la P.M. di Monopoli ha contestato, tra le altre, :
1) 66 violazioni all’art.171 c.d.s. (mancato uso del casco);
2) 47 violazioni all’art.172 c.d.s. (mancato uso della cintura di sicurezza);
3) 86 violazioni all’art.173 c.d.s. (uso del radiotelefono non a viva voce alla guida)
Nel 2009 – sino ad oggi - la P.M. di Monopoli ha contestato:
1) 12 violazioni all’art.171 c.d.s. (mancato uso del casco)
2) 50 violazioni all’art.172 c.d.s. (mancato uso della cintura di sicurezza);
3) 19 violazioni all’art.173 c.d.s. (uso del radiotelefono non a viva voce alla guida)

A questo bisogna aggiungere i tanti Progetti di Educazione stradale che il Corpo (ma anche le altre FF.PP.), portano quotidianamente avanti nelle scuole di ogni ordine e grado (unitamente anche ad altre Associazioni onlus, come “VIVILASTRADA”, “Roberto … per la vita”, ecc.), che sono testimonianza del continuo impegno profuso da uomini e donne di questo Corpo di Polizia Municipale. Tra l’altro questo Corpo di P.M. ha aderito (portando la sua professionalità e senza alcun ritorno economico -!!) alla Campagna di Comunicazione, formazione e informazione sul tema della sicurezza stradale finanziata dalla Regione Puglia e denominata “SICUREZZA STRADALE … Guagliò, mettiamoci sulla strada giusta”, di cui testimonial risulta anche essere il “buon Fabio” di striscia (…?!).Allora credo, che una riflessione vada posta su questi tipi di messaggi educativi che devono essere veicolati all’opinione pubblica: che, innanzitutto, l’attenzione sul mancato rispetto delle regole, vada focalizzata su comportamenti e atteggiamenti dell’automobilista che non classifichino città o categorie di “utenti”, quali pseudo collettività di delinquenti tra i quali viga il massimo dispregio delle regole; subordinatamente, che nella proposizione di tali tematiche si utilizzino (compatibilmente con il target giornalistico da dare alla “notizia”; se così vogliamo catalogare tale spot!) indagini statistiche formali che fotografino la realtà “vera” e non quella “virtuale” che si voglia dare in pasto all’avido telespettatore.Mi spiego: una verifica analitica del numero degli automobilisti che non rispettino questa o quella norma del c.d.s. deve osservare canoni di indagine statistica che tale scienza deve seguire; si osserva un campione predefinito di veicoli (senza interruzione e tagli nelle riprese televisive) e si calcola in termini percentuali le inosservanze e violazioni; questa si chiama “etica professionale” che un buon giornalista non deve mai dimenticare, per una corretta informazione, e nel rispetto della deontologia professionale che deve essere seguita anche da questi lavoratori.Infine, consentitemi una osservazione obiettivamente distaccata: Monopoli è una città, dove fa ancora “notizia” il piccolo borseggio, e dove (QUESTO LO ASSICURO !) è comunque alto il numero dei conducenti che alla guida di motoveicoli indossano il casco (in una ipotetica graduatoria delle città del sud, dove non si rispetti l’uso della cintura, del telefonino, del casco, Monopoli figurerebbe certamente ai gradini più bassi, considerata la continua attenzione delle FF.PP. per gli utenti della strada, nonché l’alto senso civico del cittadino monopolitano). Ci sono realtà meridionali, dove i buon Fabio e Mingo avrebbero trovato materiale certo più sostanzioso per lo spot da mandare in onda, con effetti sicuramente migliori, evitando al contrario di indispettire una intera collettività (la città di Monopoli) che vede dipingersi in maniera negativa davanti una indiscriminata platea di telespettatori. Se si deve lavorare con un obiettivo comune, - e quello del messaggio educativo per il rispetto delle regole del codice della strada -, ne rappresenta uno di alto valore morale oltre che di notevole senso civico, credo invece che diversa deve essere l’impostazione da dare all’informazione da veicolare.Spero di aver riassunto, in queste brevi riflessioni, l’amarezza derivata dalla visione di un “falso spot”, (che diventa persino “denigratorio”, anche se indirettamente) certamente pseudo-offensivo sia per tutti gli operatori di polizia stradale del territorio (ed in prima battuta verso gli uomini e donne di questo Corpo di Polizia Municipale, ai quali scrivo direttamente), che di una intera collettività. Cordialità.

IL DIRIGENTE VI^ A.O. – Polizia Locale
Comandante del Corpo di Polizia Municipale
(Magg. Dott. Michele Palumbo)

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